I pm hanno avviato un’inchiesta su cosa poteva essere fatto per evitare la strage. Controlleranno anche i server per accertare quando le mail siano arrivate alle autorità competenti
La procura di Napoli ha aperto un’indagine che parte proprio dagli allarmi inascoltati e in particolare da quelli lanciati, tutti via posta elettronica certificata, dall’ex sindaco di Casamicciola, l’ingegnere (e omonimo dell’ex premier) Giuseppe Conte. Mentre la conta delle vittime è arrivata a 4 dispersi e 8 vittime, infatti, i magistrati, competenti sul territorio dell’isola che fronteggia il capoluogo, hanno avviato delle verifiche per capire se il disastro di sabato scorso avrebbe potuto essere evitato con una manutenzione del territorio più efficiente. E se qualcuno si era accorto che un costone del monte Epomeo rischiava di franare giù. Avvertimenti che sostiene di aver lanciato l’ingegner Conte che già ieri ha spiegato di aver agito per senso civico, inviando ben 23 mail a tutte le autorità del caso, sapendo che gli interventi ritenuti necessari già nel 2009 non sono mai stati portati a termine. Le immagini che Open pubblica, se riscontrate dai controlli sui server promessi dai pm, darebbero risposta alle prime domande della procura di Napoli: quando sono stati mandati questi allarmi e a chi.