Focus/casamicciola Rinascera’! Ma come? Ma quando? Di Giuseppe mazzella

Ad oltre sette anni dal terremoto del 21 agosto 2017 ed a pochi giorni dal secondo anniversario della terribile alluvione del 26 novembre 2022,due catastrofi ambientali in 5 anni con il preavviso dell’alluvione del 10 novembre 2009 che portano un conto di 15 vite umane sacrificate e quindi dolore permanente nell’animo dei sopravvissuti e che rende secondario il bilancio materiale di 2mila edifici colpiti con strade, piazze,sistema economico e sociale completamente distrutto, casamicciola Non ha un “piano regolatore generale” (prg) in vigore ed in continua attuazione come impone l’ordinamento giuridico della Repubblica che affida al Comune, ente autarchico territoriale, il “governo del proprio territorio”. A meno che questo piccolo Comune con una Comunità di 8mila abitanti forse ridotti di fatto a 5mila per emigrazione forzosa Non sia fuori dallo “Stato di Diritto” della Repubblica Italiana “una ed indivisibile” questo è il punto centrale di ogni ragionamento logico.
I “disegni d’autore” dello studio dell’archistar Fuksas Non hanno valore di “pianificazione attuativa”. Utilizzare la denominazione di “piano strategico” per indicare 5 disegni d’autore è un chiaro espediente per giustificare una “pianificazione indicativa” che Non ha nessuna forma e nessuna forza di Legge.
Il primo – per dovere di carica pubblica – a rimarcare questo assioma avrebbe dovuto essere l’assessore all’urbanistica della Regione Campania, bruno discepolo, che é anche architetto e che dopo 5 anni di un lavoro di 35 urbanistici di varie discipline tecnico-giuridiche ha “sospeso” perfino la semplice “adozione” del “piano di ricostruzione dell’isola d’ischia per i comuni di casamicciola Terme, Forio e Lacco ameno” del luglio 2024 licenziato dalla giunta regionale. É noto che l’ “adozione” Non è “approvazione” che avviene come disciplinato per legge dopo un lungo iter di consultazione civile e soprattutto dopo la esatta individuazione dei rischi sismico ed idrogeologico prevalenti su scelte di possibili insediamenti abitative di persone umane. L’urbanizzazione di casamicciola riguarda quindi un territorio di poco meno o più di 2km2 sui 6 della sua estensione amministrativa così poco meno o più di 1km2 per le zone colpite dal sisma del 2017 per lacco ameno e Forio. Casamicciola é il cuore della “ricostruzione” perché completamente colpita da tre terribili eventi naturali in 15 anni mentre lacco ameno lo è parzialmente e Forio marginalmente tanto da essere per il suo vasto territorio l’area oggi in “espansione economica e sociale” dell’intera İsola d’ischia!
Basta leggere la prima delle 68 pagine delle “norme tecniche di attuazione” del piano di ricostruzione (pdri) per leggere la “codificazione dell’assurdo” perché il pdri sarebbe un piano di valore generale e completo per 3 comuni mentre gli altri 3 continuerebbe ad avere un regime di inedificabilita’ assoluto. L’isola d’ischia avrebbe due legislazione e due velocità di sviluppo pur avendo un sol sistema di crescita economica che dovrebbe portare invece alla “coesione” anche con una sola autorità di governo per 46km2!
Ed allora l’espediente del “piano strategico” dell’archistar – senza alcuna elementare discussione ed approvazione in consiglio comunale ma con una sola “approvazione” in giunta – nella superficialità giuridica lo si applica “parzialmente” con atti monocratici chiamati “ordinanze” del commissario di governo legnini e del sindaco giosy Ferrandino negli interventi di “demolizione” di edifici pubblici e privati senza indicare dove, come è quando sarà avviata la “ricostruzione” per la “rinascita” di scuole, auditorium, centri sociali e culturali, attività economiche ed industriali!
Ad oltre 7 anni dal terremoto si demoliscono alcuni edifici in piazza majo ed il capricho de calise in piazza marina ma non si rende noto dove, come è quando, rinascera ‘ la nuova casamicciola con i servizi al cittadino che è la cosa più importante e come rinascera il sistema economico dell’ antico termalismo e come saranno recuperati 26 edifici storici vincolati dalla legge n. 1089/39 codificati in un elenco della Soprintendenza ai beni ambientali del 1988!
Nel caso del recupero del complesso del pio monte della misericordia – 30mila mq2 e 50mila mc in area a mitigazione sismica – siano ancora al protocollo di intesa del luglio 2023 tra enti pubblici (é noto che i protocolli di intesa non hanno validità giuridica ma sono solo l’avvio di un percorso realizzativo) mentre l’ente pio monte non ha ancora ritirato da 2 anni il suo “permesso a costruire” rilasciato dal comune dopo 10 anni approvando il progetto alberghiero pluristellato dell’arch. Massimo pica ciamarra!
Siamo in un inqualificabile caos amministrativo e politico mentre la popolazione soffre enormi disagi sociale e vede poche speranze per il presente ed il domani. G. M.
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Lucia Manna

Forio, la mensa che non c’è e gli sprechi di Natale!!! di Vito Iacono

Non è solo una strana coincidenza la circostanza che all’albo pretorio del Comune di Forio vengono pubblicati, uno dopo l’altro, l’ennesimo fallimento della mensa scolastica e lo stanziamento di oltre 100.000 € per la realizzazione del progetto “Alice nel Paese delle meraviglie”.
Il problema non sono le pessime scelte amministrative, ma un Paese che non riesce a recuperare il valore della indignazione ed il senso della vergogna!
Quasi un milione e mezzo di euro sprecati in poche serate di bagordi ed i nostri piccoli studenti, senza mensa, con l’ipotesi, per adesso solo l’ipotesi, di scuola bus a pagamento, senza palestre e con le strade che si allagano.
Veramente la gente di Forio preferisce vivere, a carissimo prezzo, per qualche giorno la favola di “Alice nel Paese delle Meraviglie” alla possibilità ed alla opportunità di costruire, insieme, un Paese reale, meraviglioso, dove vengono riconosciuti i diritti, almeno ai nostri giovani studenti???
Chiedetevi quanto sarebbe costata l’implementazione della gestione diretta del servizio mensa, dello scuolabus, allestire una tendostruttura, fare opportuna e necessaria manutenzione per favorire un adeguato smaltimento delle acque.
Credetemi, molto meno di 1.500.000,00 €!!!
Il resto sono solo chiacchiere di tifosi interessati o silenzi di una popolazione che si sente minacciata!
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Antonio Pezzella, Maria Morgera e altri 15

Il sogno americano vincente di Trump frena quello europeo di Salvatore Paolo Pazzi

E’ stata una vittoria netta ed è la prima volta che un presidente americano s’impone al secondo mandato non consecutivo con margini oltre ogni previsione. Di brogli non si parla più ed ora il miliardario Donald può rilassarsi con la sua famiglia allargata, ammorbidendo i toni

Si tratta del presidente (il 47°) più anziano al momento della sua elezione, ma quello che conta il sogno di grandezza che ha tramesso, non abbandonando toni messianici (“Dio mi ha risparmiato per un motivo”…),  accolto dai ceti proletari, immigrati compresi, toccati dall’inflazione, nonostante un’economia in salute anche grazie all’industria bellica.

Meno tasse (specie per i ricchi), meno immigrati, rifiuto del cambiamento climatico, dazi sulle importazioni (anche dall’Europa) e armi per tutti sono il must di un mantra che strizza entrambi gli occhi al mondo no vax. Poi c’è la promessa di portare la pace, non si sa come e a che prezzo, per chi si dovrebbe solo arrendere e abbandonare le sue legittime istanze di libertà.  Le discusse traversie giudiziarie e l’assalto a Capitol Hill (2021) sono episodi ormai del passato.

In politica estera, alla possibile riduzione dell’impegno verso l’Ucraina e alla totale  mano libera al governo di Benjamin Netanyahu, si aggiungono gli effetti di un iperprotezionismo attuato con pesanti dazi sull’import dalla Cina e quello contro l’UE, lasciando spazio a contatti diretti con singole realtà nazionali dove si ritiene saranno privilegiati quelli con governi sovranisti.

La possibile inversione di rotta americana nell’aiuto a Kiev, la politica dei dazi potrebbe dare una mazzata ai partner del vecchio continente e il filo diretto con i governi sovranisti premierà i rapporti bilaterali a spese di quelli comunitari con il plauso dell’internazionale dei patrioti.

Per i democratici americani si tratta di una cocente sconfitta. A risultato acquisito c’è chi fra i dem ha rimpianto l’anziano Joe Biden più vicino  alla dimensione popolare del partito rispetto a una Kamala Harris vista  troppo come espressione del mondo radicale californiano. Un contrasto che non è stato recepito da quelle donne, su cui tanto i dem puntavano, in un paese in cui in diversi stati non è facile abortire.

 In ogni caso il ritorno del tycoon solleva forti preoccupazioni e alcuni arrivano a ventilare il rischio  di un America sempre più vicina  alla confraternita di autocrazie sempre più potenti e influenti nel mondo.

“L’America è sull’orlo di un precipizio autoritario. La democrazia ha delle regole e l’autocrate non ne vuole  limitandosi ad un  Ci penso io, (che riprende il  ghe pensi mi del nostro  Silvio nazionale).  Trump non vuole regole per questo ama tanto gli autocrati, affiancato da sovranisti, suprematisti, mormoni con il supporto di miliardari geniali, libertari estremi (Elon Musk e non solo) che s’impongono come una élite che sa come si vive e comandare facendo sognare (pagando meno tasse)” è il pensiero  di Anselma dell’Olio (moglie di Giuliano Ferrara). Il suo è un commento  critico e particolarmente  eloquente,  ricorda come negli Usa il presidente abbia grandi poteri, confidando in quei limiti auspicati dai padri costituenti.

Consenso popolare

Con Trump si ritrovano suprematisti, mormoni, destre estreme ma insieme a questi compagni di viaggio scomodi si sono ritrovati oltre 72 milioni di cittadini che hanno votato per il tycoon con entusiasmo,  rispetto ai 67.224.159 che hanno scelto il blu del democratic party.  Il risultato finale è 292 a 226 grandi elettori per Trump, superando ampiamente la quota vittoria posta a 270.  Un dato che segnala l’inequivocabile sconfitta della Harris che, non a caso, si è presentata per commentare l’inattesa debacle dopo molte ore dai risultati: “noi accettiamo i risultati quando perdiamo un’elezione e riconosciamo la vittoria dell’avversario. Un fatto che distingue la democrazia dalla tirannia. Per questo non ci arrenderemo”.  Un’affermazione in polemica con il rifiuto di Trump di accettare la sconfitta del 2020, spingendo quella protesta che culminò nell’assalto del Campidoglio del 6 gennaio 2021 mentre era in corso l’insediamento di Joe Biden.                                                                                                                                                                                                                                                                                                           Tutto questo in una fase che vede gli Usa di Biden avere risultati economici eccellenti penalizzati dal fatto di non essere riusciti a mettere argine a un inflazione  che ha toccato e pesato particolarmente sui ceti popolari. E l’ambiente?: i fondi profusi da Biden per le svolte ecologiche del futuro sono per Trump  un fatto marginale, in nome del suo rinnegare il riscaldamento globale e del lasciare mano libera alle imprese a partire da quella del petrolio , con la promessa di meno tasse.  Business is business.  Gli effetti si sono visti  nelle immediate reazioni di borsa con l’exploit  dai titoli della Tesla di Musk, mentre le quotazioni delle imprese europee e cinesi automobilistiche sono tutte in forte ribasso.

Il quadro che emerge è quello di un  un paese isolazionista , poco interessato all’Europa come realtà comunitaria e alla Nato, che privilegia , da posizione di forza,  rapporti con i singoli stati.  Una prospettiva che, in questa Europa indebolita, è facile ritenere che possa aumentare  la conflittualità tra stati sempre meno ”comunitari”. Mentre per l’Ucraina la pace potrebbe significare una normalizzazione in stile Bielorusso mentre delle aspirazioni di indipendenza dei popoli pazienza se ne facciano una ragione.

In Italia questo è stato il commento di Elly Schlein:  “Brutta notizia per l’Ue e l’Italia  e per le sue politiche economiche per gli effetti del protezionismo che subiranno imprese e lavoratori in Europa e in Italia”. 

Fallimenti in Libano, Ucraina e Mar Rosso: l’azzardo non durerà dal bol di giorgio bianchi

Di Alessandro Orsini
Giorgia Meloni deve decidere se lasciare i soldati italiani in Libano o riportarli a casa. Dalla documentazione emersa finora, la situazione sembra essere questa. Guido Crosetto, consapevole che i soldati italiani potrebbero essere uccisi, vorrebbe riportarli a casa, ma dichiara il contrario nell’attesa che giunga il momento propizio per prendere la decisione.
Crosetto teme l’uccisione dei soldati italiani poiché un evento così tragico esporrebbe il governo Meloni a tre conseguenze deleterie. La prima è la crisi dei rapporti tra Italia e Israele: una crisi che il governo “sovranista” di Meloni non può permettersi giacché ogni sua crisi con Israele sarebbe una crisi con la Casa Bianca. Una vera crisi tra Meloni e Netanyahu dimostrerebbe che il sovranismo di Meloni non esiste. La seconda conseguenza è che l’uccisione dei soldati italiani metterebbe in discussione la capacità di Meloni, agli occhi dei suoi stessi elettori, di districarsi con abilità nelle crisi internazionali per difendere gli interessi nazionali dell’Italia. La terza conseguenza è che la morte dei soldati italiani si ripercuoterebbe sulle manifestazioni di piazza. Matteo Piantedosi ha dimostrato di essere un ministro dell’Interno con una discreta vocazione autoritaria. I suoi divieti agli studenti contro la libera manifestazione del pensiero esaspererebbero il clima interno in una spirale che Crosetto vorrebbe evitare, tanto più che in Ucraina tutto sta precipitando sotto i colpi della Russia in Donbass con l’avventura di Kursk che offre risultati disastrosi.
La storia degli scontri di piazza dimostra che le guerre hanno un grande potenziale di mobilitazione. La combinazione di un ministro dell’Interno autoritario e una piazza in fibrillazione è una miscela esplosiva, soprattutto con uno sterminio in pieno svolgimento: un’esperienza con cui i giovani italiani si confrontano per la prima volta dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Meloni è un’alleata strettissima di Netanyahu, a cui concede il proprio appoggio tutte le volte che assume decisioni formali su Gaza all’Onu, Strasburgo e Palazzo Chigi. Meloni non ha mai condannato il bombardamento di Netanyahu a Gaza. Si è limitata a criticare, tenuemente, il numero eccessivo di vittime civili, che è cosa assai diversa da una condanna. Non ha mai espresso solidarietà al popolo palestinese. L’affermazione più ardita di Meloni, pronunciata davanti a 41.000 morti palestinesi, è stata: “Netanyahu non deve cadere nella trappola di Hamas”. È un consiglio, mica una condanna. Il governo Meloni è il terzo esportatore di armi verso Israele. È possibile che l’ordine pubblico rimanga sotto controllo.
Quando si parla di sicurezza, la previsione del rischio è una questione di probabilità dentro un gioco politico d’azzardo. Il governo Meloni può azzardare. Tuttavia, le probabilità che tutto gli vada bene si riducono all’aumentare delle crisi che espongono l’Italia a nuovi rischi in un contesto in cui tutto è destinato a peggiorare. La missione Unifil è fallita in Libano; la missione della Nato è fallita in Ucraina; la missione italiana è fallita nel Mar Rosso (dove gli Houthi sparano come sempre). Si tratta di capire per quanto tempo Meloni riuscirà a tenere tutti questi fallimenti lontani dall’Italia.
Biden le ha chiesto di inviare alcune centinaia di carabinieri a Gerico per addestrare la polizia dell’Autorità nazionale palestinese. Sembra incredibile. L’Occidente aveva presentato un piano per ricostruire l’Ucraina mentre veniva distrutta dalla Russia. Oggi propone un piano per migliorare la sicurezza dei palestinesi mentre vengono sterminati da Israele. Nel primo caso, serviva un piano per fermare la guerra. Nel secondo caso, serve un piano per fermare un genocidio. Quale vignetta potrebbe esprimere un simile delirio?
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Guerra e pace

“ Si vis pacem, para bellum”, ossia se vuoi la pace prepara la guerra sostenevano i latini. israeli - palestinian flag mural on wall - israel palestine conflict - guerra palestina foto e immagini stockFino ad oggi l’ assioma viene contemplato e messo in atto assumendolo nell’assunto di “guerra necessaria” per la stabilità e sicurezza del paese in questione . Ormai anche il più sprovveduto non crede alle necessità belligeranti falsamente espresse comprendendo a pieno che le guerre sono sempre provocate dagli stati per fattori economici  richiedendo in pieno la vendita delle armi. E che rimane con le case farmaceutiche il più grosso business mondiale. Quindi chi le promuove anzichè avere come priorità   il benessere dei cittadini servendone i loro interessi proteggendo  la loro sicurezza, spronano e mettono in atto il confliggere. Nonostante che negli ultimi decenni dal 2010) la Commissione sulla sicurezza umana ha riconosciuto le gravi carenze dello Stato e le sue responsabilità nelle minacce per la sicurezza della gente comune, oggi nel 20024 sono in atto guerre di sterminio. Guerre che  soprattutto nel nido di Cristo si possono ben inserire con il termine” genocidio”. Come uscirne ? La centralità per far fronte ed evitare che le guerre accadano e che si susseguono sta nell’empowerment .Ossia in quel processo sociale in cui i cittadini acquisiscono una maggiore consapevolezza .E partecipazione. L’accrescimento di potere e miglioramento deve partire dal basso sottraendolo in  gran parte ai poteri costituiti. Poteri per niente, e  che a tutt’oggi, hanno garantito pace e sicurezza nel mondo. L’unica strada per uscire dal vicolo cieco delle guerre in cui si trova la società odierna e che le persone credano nelle loro  reciproche capacità lavorando insieme per farle emergere. La pandemia estesa dal virus Covid19 in tutto il mondo è stata una spinta propulsiva per far lievitare una maggiore consapevolezza nelle masse: entropia. Un vero toccasana . La pandemia bisogna vederla come un prodigio : “il veleno che si trasforma in medicina “ aprendo le coscienze assopite essendo tutti interconnessi la felicità e la sicurezza saranno garantite. La pace dovrebbe iniziare come si sa dalla famiglia ch’ è:” Un insieme di minuscolo stato dove il padre è sovrano e la madre è regina” Nella gran parte dei nuclei familiari la pace viene sempre a mancare e il conflitto in seno ad essa talvolta è permanente. E in alcuni casi anche chi come Noi predica la pace confligge con qualche parente, ma quel conflitto si avvicina molto e per noi solo in queti casi al motto latino:” se vis pacem , para bellum”.Ci0’ potrebbe valere se il tuo germano o parente non abbia dei seri disturbi di personalità. Se per esempio ti scontri volutamente con un parente narcisista manipolatore devi solo scappare. Sono irriducibili al colloquio , punitivi apparendo agli occhi degli amici e nella società in cui vivono come persone esemplari. Conclusione : non vis e non pacem con questi individui parenti o meno. Bisogna solo fuggire e pregare per loro..lucia manna

Richiesta di sopraluogo per verifica igienico-sanitaria alla DECO super mercato di Forio “non possiede toilette E non étenuto ad averli x legge data la cubatura” E’ questa la risposta dell’amministrazione dei locali via Franco Regine.Malessere improvviso di una signora che non ha potuto accedere ai bagni .Il deco di Forio non ha toilett

Lucia MannaAl comandante della polizia municipale di Forio d’Ischia Giuseppe Iacono

E p.c ASL 21

Oggetto: richiesta sopraluogo per verifica igienico-sanitaria alla DECO super mercato di Forio via Franco Regine

Il giorno 15 settembre  2024 nei locali dellla DECO super mercati di Forio d’ìIschia ubicato alla via Francesco Regine,la sottoscritta Lucia Manna

 presa da conati di Vomito e diarrea, ha chiesto alla direzione l’uso dei servizi igienici per le improcastinabili esigenze. La direzione Così si è espressa:” non abbiamo servizi igienici per i nostri clienti ma solo per il personale”. Incuranti del malessere della dichiarante il direttore o chi ne ha fatto le veci in quel momento ( supponiamo uno dei figli del proprietario) neanche ha avuto l’accortezza , per del disagio e perlomeno mettere a disposizione i servizi igienici del personale.

Pertanto chiedo a questo attivissimo comando vigili anche in nome di tutta la cittadinanza di effettuare  verifica di sopraluogo nella Deco super mercato di via F. Regine. E in caso dei mancati requisiti igienico-sanitari di attuare i provvedimenti del caso.

Certa della tempestività di tale comando Vigili Urbani auguro buon lavoro

Con osservanza Lucia Manna via G. Mazzella 80 Forio d’Ischia ( NA)

Chiedo esito dell’accertamento al seguente indirizzo e-mail. vocidaischia@gmail.com

Tel: 3476381702 /081-19-19-86-90

Martedì1°ottobre  il noto e rinomato evento locale “ANDAR PER LE CANTINE” presenta come eccellenza insulare i vini della D’Ambra vini in Villa Visconti con degustazioni nella location. Inaugurazione alle 18.

Consorzio Vini Campi Flegrei, Ischia e Capri: Andrea D'Ambra presidente ...

In quella che fù la dimora del famoso regista italiano Luchino Visconti, ancor meglio considerati i rapporti d’amicizia intercorsi con la famiglia D’Ambra ,i vini doc della più che secolare azienda(1888 Francesco D’Ambra, don Ciccio ne battezzò il nettare) non potevano che essere degustati fra le mura del cineasta. Visconti, prima di girare i suoi film, oltre a spedire i modelli dei costumi alla sua adorata amica Iolanda d’Ambra, nelle sue fantastiche avventure cinematografiche non lesinò di introdurre il vino dei D’Ambra. E tutte le denominazioni etichettate dall’azienda passavano immancabilmente  per una sua degustazione: il Suo parere era d’uopo. E ne rassicurava la bontà all’azienda promotrice. Il binomio tra vino e cultura sarà illustrato dall’enologo Andrea D’Ambra che dal 2000 è diventato l’unico proprietario dell’Azienda tenendola florida e in attivo con grande spirito di abnegazione

La storia della d’Ambra Vini inizia alla fine del secolo XIX conquistando il premio per eccelllenza con l’avo Francesco D’Ambra, detto don Ciccio. L’azienda passa di mano ai figli Mario che assurge al ruolo di  manager. Salvatore come enologo. Michele conoscitore di vigneti si interessa della scelta , selezionando miticolosamente ogni vite. Nel 1972 i fratelli D’Ambra decisero di espandersi, e l’azienda che era nata a carattere familiare si associa a una multinazionale svizzera che come tale stava per assorbirla interamente con le sue grosse finanze. Fù l’abilità di Don Mario D’ambra dopo estenuanti diatribe a scongiurarne che ciò avvenisse. Nel 1972 fu costruito il moderno enapolio progettato dall’arch.Ugo Cacciapuoti . Mastodontico edificio ben inserito architettonicamente senza farne apparire le dimensioni.  E approvato da subito dalla Sovrintendenza di Napoli per tale motivo. La famiglia D’Ambra con la Sua onestà , Tenacia ,Abnegazione che si perpetua con il loro enologo e general-manager Andrea,è motivo di orgoglio per l’isola d’Ischia. Andrea D’Ambra è uno dei pochi che sull’isola d’Ischia hanno saputo coniugare Vino-e Cultura  contribuendo fattivamente al nostro rilancio turistico di lucia manna

VOLKER TURK, ONU: “L’ESPLOSIONE DI CERCAPERSONE E RICETRASMITTENTI IN LIBANO È UN CRIMINE DI GUERRA”

Volker Türk nominato nuovo Alto Commissario delle Nazioni ...
“Sono inorridito dall’ampiezza e dall’impatto degli attacchi del 17 e 18 settembre in Libano sui civili, dove l’esplosione di cercapersone, radio ricetrasmittenti e altri dispositivi elettronici ha ucciso almeno 37 persone, tra cui due bambini, e ferito più di 3.400 persone nel solo Libano, lasciando molte persone con disabilità permanenti e le strutture sanitarie in difficoltà per far fronte all’entità dell’impatto sulle persone.
Questi attacchi rappresentano un nuovo sviluppo nella guerra, in cui gli strumenti di comunicazione diventano armi, esplodendo simultaneamente nei mercati, agli angoli delle strade e nelle case durante lo svolgimento della vita quotidiana. Secondo quanto riferito, le autorità hanno smantellato ordigni inesplosi in università, banche e ospedali.
[…] Questa non può essere la nuova normalità.
Signor Presidente,
La guerra ha delle regole. Per tutte le parti in causa in questo e in qualsiasi altro conflitto armato. La forza armata, cioè la violenza contro altri esseri umani, può essere utilizzata solo se necessario per raggiungere un valido obiettivo militare. Nel fare ciò, la distinzione fondamentale tra obiettivi civili e militari deve essere in primo piano.
[…] L’attacco simultaneo a migliaia di individui, civili o membri di gruppi armati, senza sapere chi fosse in possesso degli ordigni presi di mira, la loro posizione e l’ambiente circostante al momento dell’attacco, viola il diritto internazionale dei diritti umani e, se applicabile, il diritto internazionale umanitario.
È difficile concepire come, in queste circostanze, tali attacchi possano essere conformi ai principi chiave di distinzione, proporzionalità e precauzioni negli attacchi, ai sensi del diritto internazionale umanitario. Se l’aggressore non è in grado di valutare la conformità dell’attacco con le norme vincolanti del diritto internazionale, in particolare il probabile impatto sui civili, allora l’attacco non dovrebbe essere effettuato.
Il diritto internazionale umanitario vieta l’uso di trappole esplosive sotto forma di oggetti portatili apparentemente innocui, specificamente progettati e costruiti per contenere materiale esplosivo.
È un crimine di guerra commettere violenze volte a diffondere il terrore tra i civili”.
Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani
Purtroppo – e sottolineiamo purtroppo – il mondo di cui parla Volker Turk non esiste più. L’epoca che stiamo vivendo ha cancellato ogni residuo di ciò che un tempo (non senza corpose dosi di buona volontà, naturalmente) si poteva ancora definire diritto internazionale. L’ONU, sulla cui utilità era già lecito dubitare in passato, è diventata oggi un’istituzione totalmente irrilevante, inefficace e obsoleta.
La verità va detta, anche se fa male. Oggi esiste la pax americana. Sono gli USA a decidere dove, quando e in quale misura certe regole si applicano o non si applicano. Concetti come “diritto internazionale” o “crimini di guerra” sono ormai principi relativi e flessibili, che si applicano con i nemici e si ignorano con gli amici.
È la forza a creare il diritto. È il potere a definire la morale e a decidere chi sono, di volta in volta, i buoni e i cattivi. Se ci fate caso, nessuno o quasi oggi invoca più il “diritto internazionale”. Oggi l’obbligo morale non è più difendere principi generali come il “diritto” o la “giustizia”, ma schierarsi apertamente con X e contro Y. Se chiedete di fermare la guerra, siete putiniani. Se chiedete libertà di scelta sull’uso del vaccino, siete no-vax che mettono in pericolo la salute pubblica. Se chiedete libertà di espressione e di pensiero sui social, fate disinformazione. Esiste una sola verità: la loro.
Da Giubbe Rosse
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Tu e altri 84

Bellicisti a reti unificate e censura per il dissenso Di Elena Basile

Giacomo Gabellini, ricercatore e stimato autore di numerosi libri di geopolitica, ha intervistato l’ex colonnello dell’intelligence svizzera Jacques Baud sul suo canale Youtube ed è stato censurato. Baud è un politologo e scrittore che da anni pubblica saggi di successo sui conflitti in corso alla frontiera orientale dell’Europa e in Medio Oriente. Appare raramente sui media più ascoltati e letti dal largo pubblico in quanto porta avanti una critica documentata della politica statunitense e Nato. Smaschera con prove raramente attaccabili le menzogne della propaganda. Se il libero pensiero scompare anche dai social l’obiettivo della disinformazione totale dei cittadini occidentali sarà interamente raggiunto.
Nelle società cosiddette autocratiche si ha contezza che i media e la stampa siano uno strumento del potere. Un russo, un cinese, un turco leggono con beneficio di inventario la stampa nazionale. L’operazione riuscita in Occidente, che fa comprendere come il sogno distopico di Orwell si realizzi con velocità sorprendente, è data dalla fiducia inculcata nella maggioranza della società civile di vivere in Paesi liberi, governati dallo Stato di diritto, in uno spazio mediatico che rispecchia la libera espressione.
Vorrei riassumere gli argomenti oggettivi che da tempo illustro per confutare questa falsa sicurezza nostrana.
L’ex rappresentante della Politica estera dell’Ue, Borrell, ha stabilito che in Europa non vi sia libero accesso ai media russi. La censura è stata giustificata con l’intento di voler proteggere i cittadini europei dalla disinformazione del nemico. Sappiamo bene che questo è stato ed è l’alibi delle dittature. A esso le nostre più alte cariche istituzionali si sono adeguate, biasimando in numerose occasioni la società civile italiana di farsi plagiare dai cosiddetti filo putiniani.
L’epiteto è stato riservato a tutti gli analisti che nell’esame del conflitto russo-ucraino hanno illustrato le dinamiche risalenti agli anni Novanta in grado di provare l’espansionismo strategico e offensivo della Nato nei confronti di Mosca. La maggior parte di questi analisti non ha avuto accesso alle testate e reti che hanno gli indici di ascolto più elevati. Alcuni sono stati diffamati, querelati e linciati pubblicamente con menzogne evidenti. Su Corriere e Repubblica la sottoscritta è stata definita “pseudo ex ambasciatrice”. Basta una semplice ricerca in Internet per verificare come questo insulto diffamante sia una oggettiva menzogna. Con riferimento al conflitto israelo-palestinese si è fatto di peggio. Gli analisti non inclini a giustificare l’occupazione e lo sterminio di innocenti a Gaza quale operazione della civiltà contro la barbarie e come conseguenza del diritto di Israele a difendersi sono stati considerati antisemiti, in alcuni casi querelati per istigazione all’odio.
È vero, negli spettacoli televisivi (non li chiamerò programmi come qualcuno vorrebbe) dedicati alla politica vengono ammessi in netta minoranza due, tre, quattro voci del dissenso, molto caratterizzate che servono soltanto a infondere negli spettatori (non sono ascoltatori) l’illusione che tutte le opinioni siano rappresentate. Naturalmente il dissenso ammesso è implicitamente denigrato, deriso. Passa il messaggio subliminale in molti casi che gli analisti fuori dal coro siano cabarettisti, incompetenti, non degni di attenzione da parte dei cittadini perbene e moderati.
Le quattro agenzie di stampa internazionali copiano molte volte le veline diffuse dai servizi occidentali e i giornali con copia e incolla diffondono il verbo utilizzando le stesse espressioni. Se confrontate Corriere o Repubblica con La Libre Belgique, Le Monde e persino The Guardian, vedete assonanze inquietanti. Lo stesso accade con poche eccezioni in radio e tv, Rai News, La7 recitano il catechismo caro ai media europei.
I pochi consapevoli dello stato abietto dell’informazione occidentale sono costretti a ricercare le notizie in Rete, tv indipendenti, youtuber competenti che intervistano personaggi scomodi da Mearsheimer a Chomski, a Ilan Pappe, a Moni Ovadia, a Jeffrey Sachs, a Baud, al colonnello Mc Gregor, a ex diplomatici britannici e statunitensi ignoti alle audience dei conduttori di grido europei.
Si tratta di una minoranza di autori e utenti consapevoli che non cedono al linguaggio stereotipato e semplificato, alla retorica in base alla quale Biden è un illustre e puro statista mentre Putin o Xi terribili dittatori assetati di sangue, l’Ucraina una democrazia che difende la libertà occidentale e altri luoghi comuni venduti senza vergogna anche da persone colte, istruite, editorialisti stimabili all’opinione pubblica. Ecco perché la notizia della censura a Gabellini mi ha colpito. L’ossigeno si assottiglia.

Raffaele de Maio :”Tra sogno e realta”Presso l’Arciconfraternita di Santa Maria di Visitapoveri la rassegna pittorica

“Tra sogno e realtà”

 

M° Raffaele De Maio

Tutti abbiamo bisogno di sognare ma sarebbe pericoloso alienarsi dalla realtà. L’Arte, è essenzialmente un atto
creativo, e ci permette di rappresentare il sogno.
Possiamo considerare il sogno una rarefazione della realtà o esso è una realtà in sé?
Il bisogno di sognare è connaturato nell’uomo e lo ha caratterizzato sin dalla sua comparsa sulla Terra cosicché la
creazione di una Entità superiore ha offerto all’uomo la possibilità di vincere il limite e la transitorietà del reale
ove sogno e realtà si intersecano continuamente.
Una nota trasmissione televisiva inizia con la domanda: la vita è un sogno e i sogni aiutano a vivere?
Come sarebbe la vita senza sogni? Chi ha trattato più ampiamente questa ipotesi è Schopenhauer, nel libro
“Il mondo come volontà e rappresentazione”.
Arthur Schopenhauer osserva che dopo che la “realtà” si è rivelata come rappresentazione del soggetto, diventa
molto difficile distinguerla dal sogno. Esiste un criterio sicuro per distinguere sogno e realtà, fantasmi e oggetti
reali? Addurre la minor vivacità e chiarezza dell’immagine sognata rispetto a quella reale, non merita alcuna
considerazione; perché nessuno ancora ha avuto presenti contemporaneamente l’uno e l’altro per esaminarli, ma si
può confrontare soltanto il ricordo del sogno con la realtà presente.
La vita e il sogno sono le pagine di uno stesso libro. La lettura continuata si chiama vita reale.
Avete mai sentito l’espressione “vivi a occhi chiusi”? Sarebbe il giusto contraltare a ‘sogni a occhi aperti’ e una
presa di coscienza irrinunciabile: gli incubi sono sogni mal riusciti ma fanno pur sempre parte della nostra realtà,
non possiamo ignorarli finché ne abbiamo la possibilità. Sogniamo e viviamo ad occhi aperti, affrontiamo gli
incubi con la forza dei sogni e forse ci proietteremo in una realtà più vicina ai nostri desideri.
In questo contesto si inserisce l’attesa personale del M° Raffaele De Maio che, da poliedrico artista, ci dona la
possibilità di gustare una variegata interpretazione dei sogni e delle realtà che ci circondano.
Il nostro Raffaele è consapevole che al di là del sogno c’è la realtà di tutti i giorni con cui bisogna misurarsi e
spesso i sogni restano tali.
Proprio per questo ha vinto tutte le remore ed ha allestito, grazie alla consueta disponibilità dell’Arciconfraternita
di Santa Maria di Visitapoveri e specificamente nella persona del Priore Avvocato Maria Anna Verde, nell’ambito
del consueto programma culturale di “Settembre sul sagrato”, una mostra personale di dipinti, in parte inediti,
uno dei quali vuole essere un omaggio a Luchino Visconti a 60 anni dalle riprese di Vaghe stelle dell’Orsa. Il
dipinto sarà svelato, con la gradita presenza delle Autorità comunali, domenica 8 settembre.
Il M° Raffaele De Maio si è reso protagonista, nel corso della lunga permanenza tra le file dell’Associazione
Culturale Radici, di innumerevoli progetti e realizzazioni tra i quali ricordiamo i consueti presepi natalizi,
rigorosamente preparati con materiale riciclabile e il presepe permanente ricavato ed esposto in una grotta
naturale alla base del Museo Civico Giovanni Maltese.
Numerose le sue performance artistiche tra le quali l’organizzazione e la partecipazione a svariate collettive di
pittura, alla mostra del modellismo navale, all’ideazione, allestimento e promozione dell’evento “Omaggio a
Procida Capitale” e a varie edizioni della commemorazione della Shoah.
Ma la poliedricità del nostro Raffaele lo ha portato ad esibirsi anche nel cinema ove lo abbiamo visto in una scena
del film “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino, e, come scenografo nell’ultimo film del regista Eduardo
Cocciardo “Prima del giorno dopo”. Da provetto attore ha recitato nel ruolo di protagonista, nella piece teatrale
“Quasi Amleto” diretta da Eduardo Cocciardo e, ancora da scenografo, recentemente ha illustrato la rivisitazione
della commedia “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta, riadattata ai giorni nostri da Eduardo Cocciardo e
andata in scena con grande successo di pubblico e critica presso il Museo Archeologico di Villa Arbusto di
Lacco Ameno
L’Associazione Culturale Radici, ringraziando quanti in vario modo contribuiscono alla diffusione degli eventi
finora programmati, e con l’auspicio che possa essere di gradimento dei tanti ospiti e agli isolani, ti attendono all’
inaugurazione di domenica primo settembre alle ore 19:30 presso l’Arciconfraternita di Santa Maria di
Visitapoveri in Piazza Municipio Forio ove, ospite d’eccezione, sarà il Dottor Renato Miralto, Presidente
dell’Associazione Culturale “Vesuvius” e già Direttore generale dell’istituto internazionale di biologia marina
“Anton Dohrn”.
La mostra resterà aperta dalle 19:00 alle 22:00 fino a martedì 10 settembre 2024
Altre notizie alla pagina: https://www.iltorrioneforio.it/it/eventi/tra-sogno-e-realta e https://www.liquidarte.it/tra-sogno-e-realt.html