A tutti quelli che stanno parlando male di Silvia Romano e della sua liberazione, sia a quelli più grezzi che appena vedono un mussulmano vedono un terrorista, sia a quelli più acuti, pseudo-intellettuali dietrologi che hanno capito tutto di terrorismo internazionale e che ci inondano con le loro seghe, scusate, congetture, voglio pacatamente dire:
1) la sindrome di Stoccolma non è un reato, né qualcosa di moralmente condannabile.
2) convertirsi a una religione per scelta propria o indotta non è un reato, né qualcosa di moralmente condannabile.
3) la liberazione di un ostaggio in cambio di soldi o di altro è qualcosa che si fa dalla notte dei tempi se chi accetta lo scambio ci tiene alla vita dell’ostaggio. Chi non ci tiene, lo lascia al suo destino, quasi sempre di morte, o fa una azione violenta per liberarlo in cui sa che rischia anche la vita dell’ostaggio: a volte va bene a volte va male, come fanno di solito gli americani e i russi, e spesso sono state carneficine in cui sono morti gli ostaggi e altri innocenti.
4) sono orgoglioso di appartenere a uno Stato il cui Governo ci tiene alla vita di un suo connazionale in pericolo di morte e fa tutto il possibile per salvargli la vita.
5) Silvia è stata liberata il 9 maggio, una data emblematica perché se nel ’78 avessimo avuto un Governo che ci teneva veramente alla vita di Aldo Moro lo avrebbe salvato, e le BR si sarebbero sbriciolate lo stesso.
6) non metto questo altro.punto perché voglio restare pacato.