Gli alleati devono continuare a fornire equipaggiamento e munizioni all’Ucraina, “vitali per continuare a combattere”, ha detto Jens Stoltenberg ieri all’incontro del Consiglio Nato-Ucraina: per il segretario generale della Nato è necessario “maggiore sostegno” da parte dei partner e aumentare le forniture da inviare a Kiev. Secondo uno scoop del giornale Politico, l’Unione europea sta anche considerando l’addestramento dei soldati in Ucraina, se dovessero “venire soddisfatte le necessarie condizioni politiche e operative”. Record di investimenti nella Difesa ai confini ucraini, intanto: il primo ministro polacco Donald Tusk ha annunciato che verranno stanziati nel 2025 186 miliardi di zloty (43 miliardi di euro) secondo il bilancio del prossimo anno.
Adesso però è l’incubo nucleare che si allunga sul conflitto. Il Cremlino accusa l’Ucraina di aver puntato volontariamente i suoi droni contro la centrale di Kurchatov nella regione russa di Kursk, che si trova a 30 chilometri di distanza (riferiscono alcune fonti), dal fronte dei combattimenti. Nei pressi dell’impianto la Guardia nazionale russa ha riferito di aver disinnescato una bomba nelle prime ore di ieri. Proprio come la centrale di Chernobyl, la centrale della regione dove hanno fatto incursione le truppe ucraine il 6 agosto scorso, è obsoleta e non ha un sistema di contenimento, presente invece nelle strutture moderne. Rafael Grossi ha lanciato l’allarme per la vicinanza dell’impianto al fronte e denunciato un “grave rischio” di incidente, ma per Mosca la comunicazione del capo del’Aiea (Agenzia internazionale energia atomica) non è stata completa: non ha additato direttamente la responsabilità ucraina, in caso di catastrofe atomica. “La responsabilità dell’Ucraina nell’escalation del pericolo nucleare è più che ovvia” ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Anche Kiev non ha risparmiato accuse alla Capitale nemica: “Tutte le centrali idroelettriche sono state colpite dai russi, è andato perso il 40% della produzione”.
“Nessuno prolungherà l’accordo con la Russia, è finito”. Zelensky ha deciso ieri di non prorogare il contratto con Gazprom firmato nel 2019 per la fornitura di gas russo agli europei (in particolare Austria, Ungheria e Slovacchia) attraverso l’Ucraina.di giorgio bianchi