Nel giorno del ricordo delle Foibe, ideato dai neofascisti per silenziare l’olocausto dalle vittime ebree e comuniste, anche Sergio Mattarella ha tenuto a ricordare che per la guerra fratricida mossa dal fascismo morirono e vennero estradati in molti, la cui unica colpa era essere italiani, denunciando l’oblio subentrato.
Peccato che anch’esso ha obliato il fatto che non di guerra fratricida si è trattato; ma di una invasione fascista dell’Istria che ha causato la morte per più di un milione di persone in maggior parte civili, colpevoli di essere sloveni.
La questione Istria inizia nel 1919 con i Fasci Combattenti, poi nel 1920 con il Partito Nazionale Fascista; come suo nefasto stile, per marcare una nuova italianità del territorio,
Già all’inizio del 1900 il goriziano Isaia Ascoli propose di chiamare l’Ischia “Venezia Giulia“. sino ad allora chiamata “Littorale Austriaco; area che era abitata da due componenti etnico linguistiche; la germanica (predominante) e l’italiana.
Dopo l’accordo di Rapallo del 1920, più di mezzo milione tra sloveni e croati passarono forzatamente sotto lo Stato monarchico italiano; che si identificava rigidamente con il suo nazionalismo autarchico dominante; poi con l’avvento del fascismo, il regime ha imposto una italizzazione forzata di tutto; nella scuola si è obbligato l’insegnamento della sola lingua italiana con la proibizione dello sloveno e del tedesco; l’italianizzazione di cognomi e dei nomi; ha licenziato tutti i dipendenti pubblici non italiani; ha cancellato il diritto a manifestare.
Nel 1941 le truppe nazi fasciste diedero il colpo di grazia occupando militarmente i Balcani, assegnando prepotentemente più di un intero terzo del territorio al regno italiano; la popolazione fu vittima delle deportazioni verso i lager; nel 1942 la repressione dei civili fu simile a quella perpetrata in Italia sull’appennino tosco emiliano.
Dopo l’8 settembre 1943 i contadini e gli operai sloveni si rivoltarono contro gli esponenti del regime fascista, giustiziandone circa 500. Nel 1945, in contemporanea tra la fine della guerra e l’eliminazione di chi ancora contrastava il nuovo Stato Jugoslavo, morirono circa altri 3.000 italiani; non si trattò di uno sterminio etnico; ma conseguenza del fuoco bellico.
La sconfitta nazi-fascista ebbe come conseguenza un grande esodo di profughi dall’Istria; di cui 252.000 verso l’Italia; 34.000 verso la Slovenia; 12.000 verso la Croazia e 4.000 verso altre nazioni.
Ma ai moderni commemoranti tutto ciò non interessa; l’importante è fare propaganda pro neofascista.
Enrico Corti