Pubblico questo volantino con un pizico di commozione essendo il primo documento ufficiale stilato dal PCIM-L dopo la morte dell’amato Segretario generale Domenico Savio. Speriamo di essere riusciti ad esserne un minimo all’altezza.
NELLA PROSPETTIVA DI COSTRUIRE L’ITALIA SOCIALISTA, AL REFERENDUM VOTIAMO “NO” AL TAGLIO DELLA DEMOCRAZIA CHE RIUSCI’ SOLO A MUSSOLINI NEL 1929
Oltre che per il rinnovo di consigli regionali, provinciali, metropolitani e comunali, domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 il popolo italiano sarà chiamato ad esprimersi sul referendum costituzionale circa il taglio dei parlamentari per cui si propone di passare dagli attuali 630 deputati a 400, e di diminuire la presenza dei senatori da 315 a 200. Il tutto, secondo i proponenti, per abbattere i costi della politica. Una falsità, ovviamente, perché il taglio dei parlamentari inciderebbe solo per un misero 0,007% della spesa pubblica. Per abbassare veramente e concretamente i costi della politica basterebbe ridurre gli stipendi da nababbo di circa 15.000 euro al mese più privilegi vari dei parlamentari e portarli al livello dei salari che percepiscono gli operai specializzati delle fabbriche. In questo modo vedrete che tanti borghesucci già benestanti e ricconi professionisti, non farebbero neppure più la corsa a farsi eleggere in Parlamento. La verità è che questo referendum voluto dai populisti del Movimento Cinque Stelle e sostenuto dalla classe dirigente reazionaria e antidemocratica del Partito Democratico e della Lega di Salvini, non serve assolutamente a tagliare i costi della politica come vorrebbero farci credere questi “signori”, ma servirebbe soltanto a tagliare quel poco di democrazia parlamentare borghese che ancora sopravvive nel nostro Paese. “Signori” sostenitori del “SI” che nei decenni col malgoverno di coalizioni di centro, centrodestra e centrosinistra oltre ad avere affossato sanità, scuola e trasporto pubblico, oltre ad aver svenduto l’immenso patrimonio pubblico del popolo italiano regalandolo per pochi spiccioli a capitalisti e multinazionali, attraverso l’approvazione del cosiddetto jobact hanno finanche falcidiato i diritti dei lavoratori, a partire dalla vergognosa modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, diritti conquistati in decenni di durissime lotte e battaglie portate avanti nel secolo scorso dai nostri nonni e dai nostri padri, molti dei quali sacrificando la vita nelle piazze. Dopo averci tolto la possibilità di poter scegliere i candidati da votare in quanto con scelte vergognosamente anticostituzionali e approvando una legge elettorale che fa impallidire persino quella voluta dal fascismo negli anni bui e tragici del ventennio nero mussoliniano e con cui i partiti si sono arrogati pure la possibilità di decidere chi tra i loro gruppi dirigenti deve essere nominato deputato o senatore, ora vogliono rendere il parlamento meno rappresentativo e più concentrato nelle mani di un’esigua casta capitalistica e padronale trasformando, così, il potere esecutivo sempre in senso più presidenzialista, puntando al tanto agognato obiettivo, per i reazionari, dell’uomo solo al comando, proprio come avviene nelle dittature fasciste: che vergogna! E se solo pensiamo al fatto che nel 1929 l’unico taglio del numero dei deputati che scese a 400 fu preteso dal duce del fascismo Benito Mussolini, oggi rispetto alla proposta di stampo fascista di tagliare la democrazia, agli italiani dovrebbero tremare i polsi. Ecco perché il popolo italiano, la classe lavoratrice e sfruttata del nostro Paese, i comunisti, i sinceri democratici e i progressisti votando e facendo votare “NO” al referendum del 20 e del 21 settembre, hanno il dovere storico e morale di fermare questo nuovo assalto alla Costituzione antifascista che va preservata nei sui principi di democrazia e partecipazione popolare. Perché, è bene ricordarlo, noi marxisti-leninisti della Costituzione borghese del 1948 difendiamo unicamente le conquiste progressiste in essa contenute e necessarie per proseguire la lotta verso la sconfitta del sistema capitalistico e la conquista del potere proletario e del socialismo. Per noi comunisti questa è una battaglia di retroguardia che va combattuta e vinta in attesa di costruire la prospettiva storica del socialismo nel nostro Paese, per liberare definitivamente le masse popolari dal barbaro sfruttamento padronale e capitalistico e garantire parimenti a tutti gli italiani l’uguaglianza economica e sociale e dare loro una vita serena e dignitosa. Il 20 e il 21 settembre vota e fai votare “NO” al taglio della democrazia nel nostro Paese.di gennaro savio
Ischia, 5 settembre 2020fotog.saviofotog.savio