Un Paese, una Comunità misura la sua civiltà dall’attenzione, dal rispetto che rivolge alle persone costrette a vivere con una disabilità. Non capisco perché, come fosse un tabù, nel tempo, la politica non abbia mai messo al primo punto delle cose da fare quelle fondamentali per rendere un Paese a misura di disabile. Non si capisce perché non siano mai state promosse politiche ed iniziative serie per l’abbattimento delle barriere architettoniche, fisiche, sensoriali e culturali che impediscono alla persona disabile una piena partecipazione alla vita sociale limitandone la mobilità e la piena fruibilità di luoghi dove si esercitano diritti primari dei cittadini dalla salute, allo studio, al lavoro, allo svago.
E’ questa la mia priorità!!!
Ed è per questo che prevedo il pieno coinvolgimento nella vita amministrativa di persone diversamente abili che si sentano protagonisti della loro vita e della vita del nostro Paese e che a pieno titolo lavorino per creare, per loro, le migliori condizioni di vita.
Centri di riabilitazione con competenze, professionalità e strumentazioni che soddisfino i loro bisogni, percorsi protetti per vivere appieno il nostro Paese senza dover fare slamom tra macchine ed ostacoli, centri di aggregazione che favoriscano processi di integrazione e di inclusione anche occupazionale.
I nostri disabili e le loro famiglie sono le persone alle quali dobbiamo dedicare le nostre attenzioni e delle quali dobbiamo prenderci cura, dando risposte concrete ai loro bisogni ed evitando che per vedere soddisfatte le esigenze terapeutiche e di altra natura sono costretti a lasciare la nostra Isola, allontanarsi dagli affetti o aspettare tempi lunghissimi che ne pregiudicano, per alcune forme di disabilità, il pieno possibile recupero.
Non vi lasciamo soli!!!